venerdì 21 ottobre 2011

Da casa

Con grande gioia dei numerosi lettori il blog è finito.

 Ma se sei capitato qui e ne vuoi sapere di più sulla New Zealand scrivimi a zinkie10@virgilio.it

Ce ne fossero come voi ....
abbraccione a tutti

sabato 7 maggio 2011

Il Frutto Proibito


Ciao a tutti giovani e non! Che bene che vi voglio!!! Devo dire che mi mancate un po.
Ci troviamo sempre qui a Motueka. Ma come è possibile direte voi, ma che ne so dico io.
L’estate è finita già da un pezzo e qui ormai piove quasi tutti i giorni.

Siamo al termine della sanguinosissima raccolta delle mele.
Che periodo giovani e non. Ve ne parlerò meglio un giorno perché è stata un esperienza forte per me. E, più che una breve, ma non troppo, immersione completa in uno stile di vita direi guerriero, mi piace dire che è stato un momento psicologico di riflessione molto forte. 

Comunque, oggi vorrei solamente farvi vedere qualche foto. Che ne dite di qualche immagine della mia carriera calcistica nel Motueka AFC o della mia vita in campeggio. Magari della gita al Parco Nazionale Abel Tasman meglio.

Anche se ora già lo avverto, troppo grande è la vostra curiosità su che cosa intenderà il sandro per momento psicologico, che ve ne parlerò brevemente.
Questo periodo nelle vesti di picker (ovvero il raccoglitore) mi ha riflettere sulle mie potenzialità. Non mi era mai capitato di sentirmi cosi scarso nel fare una cosa e non cè niente da fare, a cogliere le mele il sandro è proprio scarso, un gran pippone, si lo deve ammettere.
E la cosa che altrettanto non posso negare è che lui ci si impegna e ci si diverte proprio.
Sei tu tra due file di alberi. Indossi una borsa gigante (vabbè mo gigante), hai una scala da portare in giro. E in fronte a te cè lui, il maledetto bin (ovvero il cesto). Ora è vuoto, ma alla fine dovrà contenere 400 kg di frutta. A fine giornata il guerriero ne riempirà 4 mediamente, 5 a volte e 6 solamente una sola volta. Ah che giornata storica.
Cioè un gran bush d cul quotidiano.

Ma al contrario delle apparenze, cogliere le mele è assolutamente uno sforzo mentale più che fisico. Rimanere concentrato, calmo e soprattutto confidente in te stesso per tutto il tempo, questa è il vero bush d cul.
Quando lo sei è come entrare in uno stato di trance, la tua borsa si riempie magicamente e il tempo vola al tuo ritmo (vai con le boiate).

Mai titubare, mai pensarci troppo. Fallo e basta.
Se inizi a essere dubbioso su come mettere la scala o se quella o quell’altra mela la puoi prendere o no, beh è li l’inizio della fine.
Se cominci a pensare che la tua borsa non si riempie mai, che quella del tuo bastardo vicino si sta riempiendo a velocità ultrasonica e che ascoltare Renato Zero ha già da un pezzo riempito le borse, beh a quel punto sei già finito.
Ti blocchi. Ti senti stanco e cominci a pensare che questo lavoro non fa per te. Che ti sei profondamente rotto il c++o di Motueka, e che tutta la NZ fondamentalmente è un gran posto del c++o e questo viaggio è stata l’ennesima esperienza senza senso nella tua vita senza una meta.
 Alla tua età tuo padre aveva già un figlio. I tuoi amici stanno già convivendo, mentre tu avevi una donna che ti amava e l’hai buttata nel cesso per andare a zonzo e fare ancora l’irresponsabile. Il ragazzino.
Sulle mele, appaiono facce di fisioterapisti che ti dicono che stai fuggendo dalla realtà.

Insomma un pò il classico mega pippone ansiolitico - mentale che può succedere quando non si riesce in quello che si fa, ovviamente a vari livelli e ovviamente sto scrivendo adesso (La trance non è trance, la tua borsa non è gigante e non appaiono facce di fisioterapisti sulle mele, questo per mio padre prima che chiami un elicottero o un sottomarino della nato o prima che denunci tutti i produttori di mele).  

E il tutto mentre stai ancora raccogliendo maledette mele.
E’ un interpretazione discutibile lo so, ma la storia dice che a suo tempo, Adamo, il primo della grande stirpe dei picker, ci pensò e ci ripensò troppo su una sola mela e fu condannato a cambiare lavoro.
 Il peccato capitale è in realtà l’essersi soffermato troppo mentre il suo supervisor, il serpente, glielo aveva detto già da un pezzo di prenderla. 

Ma i giorni passano, e più passano e più questi pipponi, solitamente situati a metà del secondo bin, si diradano e si impara che continuando a raccogliere con calma si superano. Più raccogli prima finisci, tutto qua.

E Arriva fine giornata. Finisci il tuo ultimo bin e ti senti leone.
Ti fai due calcoli e senti che stai migliorando e ne sei contento.  Certo sei sempre un po’ scarso, ma si può migliorare, si può fare molto meglio.

Tutti quei pensieri che ti hanno attraversato, sono vere si, ma se si deve cambiare qualcosa nel modo di raccogliere o nella propria vita bisogna pensarci a mente serena.
E un primo passo è sicuramente un pò di goa trance al posto di Renato Zero, che comunque piace, ma che per pickkare non va bene proprio.
Il secondo passo è in arrivo.
Insomma la solita favoletta a lieto fine che mi piace tanto. 

Magari non sarete picker ma vedo già le vostre borse piene e forse vi siete già scordati che domani è il mio compleanno o che volevo solo mettere alcune foto dell’Abel Tasman National Park.
40 km di trekking da percorrere in tre. Più che da percorrere direi già percorsi. 12 kili di cibo, zaino, tenda, sacco a pelo e una bottiglia di whisky da compartire con gli amici. 

Grande grandissimo. Non il parco ma il bush d cul che mi so fatto
Abbraccio forte a tutti






sabato 5 marzo 2011

WWOOFing

Ciao a tutti. Preparatevi perché questo post vi regalerà una sorpresa.

In attesa di un lavoro vero e proprio mi trovate a fare del WWOOFing a Takaka, vicino a Motueka.
WWOOF (Willing Work On a Organic Farm) significa lavorare 3-4 ore al giorno, anche di più se sei mediamente fortunato, in una piccola proprietà privata in cambio di cibo e un letto. Zero spese e zero introiti. Un opzione molto usata per i disoccupati viaggiatori in nz.

Per i più ignoranti aggiungo che Organic sta per organico e vuol dire che il privato in questione produce le sue belle verdurine e frutta senza usare fertilizzanti chimici. 

I privati in questione sono per lo più famiglie o, sempre se sei hai un gran culo, frikkettoni super alternativi ecologisti rigorosamente vegetariani e incazzatassimi con la carne.

Vi starete dunque chiedendo quale possa essere stata la sorte del sottoscritto. Che domande.
Sono giorni che la notte sogno fette di prosciutto e mangio solo e rigorosamente organico. Buono si, ma più che organico a me pare più organo. E si perche il mio organo posteriore mi suona come non mai. E che arome poi. Per fortuna lavoro all’aperto e da solo. Ma quando si sta in compagnia è una lotta: la mia musica che vuole intrattenere e io che devo trattenere. Un dramma. 

Sono giorni che a pranzo e cena bevo Cambuccia. La Cambuccia è una bevanda, organica ovviamente, prodotta usando uno speciale fungo. La Cambuccia è una bevanda rosa-arancione dalle proprietà miracolose. La Cambuccia fa cagare. Sia nel senso organico del termine sia che ha un sapore aspro e pungente che ti chiedi proprio come mai. 

Come mai a volte chi cerca di proporre uno stile di vita migliore, ma parlo di chi lo fa davvero, chi cerca di proporre un alternativa finisce con l’essere un po’ pesantone.   
Anche io mi ricordo le occhiataccie di mia sorella, quando mi ero fissato con la raccolta differenziata. Mi appizzavo dietro il secchione dell’immondizia e appena uno buttava una carta nel posto sbagliata scattava il pippone. E il periodo “rivoluzionario”? Pure il Franci con la sua meditazione ce lo ricordiamo tutti.

E sinceramente non so cosa rispondere e preferisco evitare di darvi una risposta organica.

Comunque il Woofing è stata una bella esperienza. Per un po ho staccato dalla vita “a tutta birra, sempre in compagnia, cucina rapida fai da te” dell’ostello. 

E suonate a parte ho incontrato una bella famiglia di pazzi che mi ha voluto bene e trattato alla grande.
E come meglio di un video per farveli conoscere?

Un abbraccio a tutti

domenica 6 febbraio 2011

E adesso Sud


Ciao a tutti parenti e amici giovani e non. Lo so lo so che non vi devo far aspettare cosi a lungo ma è stato un periodo di cambiamenti (capito mamma??!! ma questo non vuol dire che mi hanno rapito gli indigeni o che non mangio bene capito??!!). Scusate lettori che non mi avete partorito.

Allora sono partito da Napier, tra tanti abbracci e baci di cari amici, e dopo un viaggio di un giorno e mezzo pieno sono arrivato a Motueka, vicino alla ben più nota Nelson, situata nella regione Golden Bay (nel nord dell’isola sud).
Il viaggio è stato un gran bel bucio di viaggio. Macchina, traghetto e due bus con coincidenze delle peggiori tipo minimo 8 ore ogni volta. Questo però mi ha permesso di visitare i posti in cui mi fermavo e di farmene una idea. Ma si la classica idea superficiale. 

Breve parentesi sulla attitudine a farsi idee superficiali.
Ci sono persone che, molto spesso o quasi sempre, si fanno delle idee cosi a prima vista. Con luoghi, cose o persone, specialmente con le persone, loro si basano molto sulle prime impressioni. Positive o negative.
È come un attimo di preveggenza sull’evolversi della tua vita con l’oggetto luogo o persona in questione. E’ come percepirne l’odore.   
E in effetti molto spesso chi si fa troppe idee superficiali oltre a venir inspiegabilmente spacciato spesso per persona superficiale ha anche un naso inspiegabilmente grande.
È un nome che non ti inspira (a chi può inspirare la bieta?) o che può attrarre (tipo lo vuoi provare un Long Island?); è quella persona che ha la faccia da stronzo; è una città che ti piace vedendola da lontano ancora dalla macchina. 

Ed è questo che mi è capitato quando siamo arrivati a Wellington. La capitale della NZ. La seconda città dopo Auckland per grandezza, ma a differenza di quest’ ultima, Wellington è una città accogliente e calorosa. Tanti cafè e pub alla Budapest, gente colorata che gira per le strade. Ma colori caldi e veri non le lucine colorate dei palazzoni di Auckland. Giardini e parchi immersi nel cuore della città. Si respira più cultura rispetto alla grigia, caotica e vuota Auckland.
Insomma Wellington mi ha dato proprio un bella impressione e mi è davvero dispiaciuto vederla per poco. 

A notte inoltrata ho preso il traghetto e alle 6 di mattina sono arrivato nella South Island. Esattamente a Piction. Cioè senti che nome. L’impressione è che la natura nella South Island è totalmente diversa. Montagne che si affacciano sul mare e fanno da cornice a piccole cittadine. Come Piction. Una piccolissima città con  un buonissimo odore e la gente che sembra serena. 

Da li i 2 bus mi hanno portato a Motueka dove mi sono reincontrato con degli amici.
Ora inizierà la terza fase di questo viaggio. Dopo il viaggio con il mio giappo-amico Koji, dopo la lunga era Napier, ora inizia l’era Motueka.
Motueka…. che cazzo di nome.

Abbraccio a tutti

martedì 4 gennaio 2011

Quotidianità, ma che si scrive cosi?


Ciao a tutti!!!
Questo post è riservato ai più affezionati alla persona, perche sarò triste e pesantone.
Colto da un forte senso di malinconia, tipo quando 14 anni, l’estate sta finendo e piano piano vedi tutte le persone ritornare alla loro vita.
Ma non preoccupatevi perché sarò breve

Qui nella Hawkes Bay, la prima parte della stagione estiva è finita. Gli alberi di mele sono stati sfoltiti e i mirtilli raccolti. Natale è passato. Un Natale senza babbo natale, neve e cartelloni nelle strade, ma con un caldo bestiale, tanta allegria, alcool e soddisfazione per essersi sudati i soldi guadagnati.
Sono stati 2 e mezzo mesi intensi qui a Napier, ma ora è tempo di cambiare e la gente prosegue il proprio viaggio.

Nell’ostello da che eravamo tantissimi, in due giorni siamo rimasti quattro gatti. E tutti i superstiti si sentono spaesati e tristi. Come potete immaginare, i saluti sono stati lunghi, pure troppo, e pieni di emozioni. Anche con gente con cui avevo parlato pochissimo. 
Vivere in un ostello è come vivere in una grande casa su una nuvola con 70 persone. Condividi la tua vita con i tuoi più stretti, ma anche con tante altre persone. Persone  con cui magari giochi solo a pallone o ti ci fai una risata o una birra la sera. Tanti gruppi che formano un unico gruppo.  

E ci si abitua a cose o situazioni che non penseresti mai.
Aprire il frigo la mattina e ritrovarsi la tua roba dispersa in una montagna di cibo vecchio, litri di latte e birre; la lotta per trovare una padella pulita e un fornello libero la sera quando tutti sono stanchi e affamati dopo il lavoro; la coda alle docce; le serate intorno al tavolo o ai divanetti tra varie musiche provenienti da varie chitarre. Ci si affeziona anche a questo.

Routine e situazioni di ogni giorno che man mano formano la tua quotidianità.
Breve pippone sulla quotidianità. Crearsi una quotidianità, per alcuni sociologi, è diventato un istinto fondamentale nella società attuale. Stabilità in un mondo di crisi e Berlusconi merdosi vari.

E ai sociologi posso dire che qui, conducendo una vita semplice, la quotidianità si crea senza accorgersene molto velocemente, e quando si interrompe lascia una sensazione di vuoto e malinconia.
Proprio come quando hai 14 anni e vai al mare per 2 mesi.
Anche ai più accaniti e esperti viaggiatori. Figuratevi per il viaggiatore meno viaggiatore del mondo. Tristezza alla via col vento anche quando Arben (19 anni, tedesco, notevole passione per le magliette panna e per il silenzio assoluto, 3 parole scambiate a Natale ) se ne è andato.

E dopo che anche il silenzio mistico di Arben se né andato, pure per il sottoscritto è tempo di muoversi a sud. Vedere questa magica, a quanto dicono, South Island.  Un breve viaggio e poi destinazione Nelson per la raccolta delle mele. Tutto questo se riesco a sopravvivere a tutta questa malinconia. Ma non credo. 

Ai pochi che sono ancora svegli, grazie per la resistenza. Siete grandi.
Abbraccio e ci risentiamo presto.




martedì 28 dicembre 2010

La vita dei membri della PDDR


Ciao a tutti!!!!
Lo so che vi mancavano tantissimo le mie storie. Dai su non dire di no.

Oggi parleremo di una categoria ben determinata di persone. La categoria delle persone che hanno Poca Dimestichezza a prendere Decisioni Ragionate. Di seguito chiameremo gli appartenenti a questa categoria nel più semplice e scorrevole modo di PDDR.  

Non so la vostra, ma la vita dei membri appartenenti alla PDDR è scandita dai cosiddetti giorni di illuminazione. Giorni in cui improvvisamente si sente una spinta fortissima e si prende una decisione.
In quei momenti, ai membri della PDDR, quella spinta fortissima pare essere con assoluta certezza una rivelazione. Ed è cosi che, guidati da una ciechissima fede nella loro visione,da a un improvviso ed eroico senso di coraggio e da una fretta ansiolitica, i membri della PDDR salgono a delle conclusioni e cambiano la loro vita. La sbroccata per i più tecnici. 

Ovviamente, passato il momento di illuminazione, la verità appare confusa. Si capisce di aver capito non proprio alla grande e magari di aver preso decisioni affrettate. Ma sono quei giorni li che hanno sempre condizionato la vita dei membri del PDDR. Una vita di sbroccate.  
Ai membri della PDDR, in un giorno di illuminazione, può capitare di perdere il lavoro; o per esempio può capitare di perdere una donna ; i membri più radicali e dediti possono perdere lavoro e una donna in un giorno.E quindi ci si dedica ad altro. 

Per esempio due giorni dopo la sbroccata, ad alcuni membri della PDDR, può capitare di ritrovarsi a raccogliere mirtilli sotto un sole sanguinoso per una miseria di dollari al kilo.
Scusate la parentesi, ma non penso immaginate quanto è difficile raccogliere un kilo di mirtilli. I mirtilli sono tanto spietati quanto irresistibilmente buonissimi, soprattutto quando ne hai di fronte milioni.
Dietro a una cara vaschetta di pochi mirtilli al supermercato c’è un film. Un film che comincia alle 6 del mattino e finisce molto più tardi. C’è concentrazione mentale, c'è una vaschetta di gelato costantemente appesa al collo, c’è  il sapore della sfida con chi sta sul tuo stesso cespuglio e tenta di prendesi i mirtilli centrali. C’è ritmo, sudore e sconforto. Il culo dei pantaloni diventa color mirtillo, le mani si tingono di viola mirtillo. A fine giornata sui tuoi calzini cè marmellata di mirtilli.
Ma ritorniamo al punto e chiudiamo.
Può capitare quindi che dopo una settimana di mirtilli, un membro della PDDR si ritrovi sfoltire alberi di mele. Staccare un milione di mele per farsi che i frutti rimasti crescano più grandi.  

Ma il punto, quel che più importa,  è che ad alcuni membri della PDDR, persino dopo una settimana di mele mele mele e mele, capita di realizzare che in finale hanno fatto la scelta giusta. Che quel momento di illuminazione, che pareva cosi poco fondato nei momenti successivi alla sbroccata, ha i suoi motivi.
Per esempio può capitare che ti vedi meglio fisicamente . Che a fine giornata sei stanco si ma soddisfatto e libero. E che in effetti hai trovato una donna migliore. 
Insomma che la sbroccata aveva i suoi perché e che essere un membro della PDDR non è poi male a volte. “Hai fatto bene a sbrocca” per i piu tecnici.

Vi lascio con un abbraccione e con alcune non rare immagini di un membro, ormai da più di 28 anni, della categoria delle persone che hanno poca dimestichezza a prendere decisioni ragionate. 

Ciao.